NORD
Il paese che perse il fuoco
"Nuova produzione"Spettacolo teatrale per spazi aperti sviluppato su pianta ovoidale, con pubblico disposto sui lati lunghi della scena. Il progetto intende integrare alcune tecniche di esibizione di strada (trampoli, attrezzi infuocati, fumogeni, fuochi artificiali, elementi aerei e liquidi, tessuti...) in un contesto drammaturgico che permetta la trasformazione di dette tecniche in elementi funzionali allo sviluppo narrativo dello spettacolo. La ricerca mira dunque a trasformare il mero effetto scenico in necessità di linguaggio funzionale al racconto.
Lo spettacolo è una riflessione sul rapporto tra uomo e natura. Il lavoro parte dallo sviluppo di differenti spunti della cultura europea nordica ed orientale sul tema del fuoco come elemento compositivo di una società, ma anche come elemento disgregativo degli equilibri tra uomo e natura. I vari spunti sono stati ripresi, riadattati e riscritti in una novella nuova ed originale che è poi diventata la base della composizione drammaturgica.
Si tratta di uno spettacolo per attori e non per semplici performer. Sono sviluppati nel dettaglio personaggi in cui costumi, maschere e protesi di trasformazione del corpo danno vita ad un universo di caratteri extra-ordinari. Lo spazio scenico è dinamico ossia le strutture scenografiche sono costruite in modo da potersi combinare in differenti composizioni, dando vita così a spazi sempre diversi in relazione ai quadri narrativi previsti. La trasformazione è operata attraverso l'opera degli attori, integrata nella drammaturgia delle azioni sceniche, e non per mezzo di artifici meccanici.
La trama
La storia è collocata in un immaginario ambiente di un immaginario nord dominato da una divinità del vento e del freddo. Sulle pendici gelate di un monte si sviluppa una comunità di esseri umani. Solo la scoperta del fuoco (un fulmine prigioniero al termine di una violenta tempesta) e il suo utilizzo permetteranno al piccolo villaggio di fermare il freddo, di crescere e svilupparsi fino però a degenerare nella costruzione di una città disumana, in cui gli elementi naturali sono assoggettati alla prepotenza dell'uomo. Sarà il dio del vento, attraverso il furto del fuoco, a ristabilire i disequilibri e a dare l'avvio alla seconda parte della narrazione. Dopo la perdita del fuoco la storia si sviluppa attorno al viaggio di uno degli abitanti del villaggio e ai relativi incontri con personaggi fantastici, viaggio intrapreso per richiedere al signore dei venti la restituzione del fuoco. Il viaggio fisico diventa un viaggio dello spirito. Gli incontri sviluppano nell'uomo una coscienza di rispetto che portano la narrazione allo sviluppo dell'exit narrativo finale in cui uomo e natura ritroveranno un nuovo equilibrio fondato sul rispetto e l'armonia tra umano e naturale.
FOTO DI SCENA (Scorri con il cursore verso destra per vederle tutte e clicca sopra per ingrandire)
Genere | Spettacolo teatrale per spazi aperti |
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Con | Elisabetta Bianca, Attilio Imbrogno, Filippo Parma, Federico Toso, Alex Turra e 3 tecnici |
Durata | 50 minuti |
Spazi | Spazio ovoidale di lunghezza 30x10 metri
Pubblico disposto sui due lati lunghi |
Richiesto |
Luci: Americana 5 metri di altezza per 8 metri di lunghezza, 6 PC 1000 W, 1 sagomatore, 2 domino 1000 watt Carico elettrico: Minimo 8Kw, consigliato 12 Kw Audio: Autonomi Cambio: Stanza chiudibile con WC Assistenza: Una persona dell'organizzazione sempre presente o facilmente contattabile Altro: Panche o sedie per gli spettatori |
Tempi | Montaggio e preparazione 5 ore - Smontaggio 3 ore |
Regia, scenografia e costumi | Instabile Urga |
Prossima data prevista per la presentazione dello studio:
6 ottobre 2009, piazzale retrostante il Consorzio Agrario di Casaglia (FE), ore 21.00
6 ottobre 2009, piazzale retrostante il Consorzio Agrario di Casaglia (FE), ore 21.00
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